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lunedì 8 febbraio 2016

Non ci si fa cattolici a modo proprio!

L’idea che oggi per credere bisogni far da sé, è davvero una cattiva riuscita di un’intenzione che, altrimenti, potrebbe anche essere buona. La fede cattolica non è cosa che si fa per conto proprio, ma che nasce per grazia dall’ascolto della Parola di Dio, scritta e parlata. Si fa un gran dire, tra quei che sembrano divenuti disperatissimi nostalgici degli splendori della Chiesa di un tempo, che in tempi di crisi (anche terribile come l’attuale) occore seguire la Tradizione immutabile della Chiesa. A tutta prima si direbbe ben detto. Ma cosa è la Tradizione della Chiesa Cattolica? Soprattuto, dove si troverebbe così da essere compulsata al bisogno? Esiste un libro che contenga la Tradizione?

L’Enciclopedia Cattolica alla voce ‘Tradizione’ riporta nell’incipit quanto segue : “Con la Bibbia è una delle due fonti della Rivelazione divina, e può essere definita : La predicazione o trasmissione orale di tutte le verità (rivelate da Cristo agli Apostoli o loro suggerite dallo Spirito Santo), mediante il magistero sempre vivo infallibile della Chiesa, assistita dallo Spirito di verità. […] Essa si può considerare secondo un duplice aspetto : attivo (soggettivo o formale) e passivo (oggettivo o materiale). Il primo è rappresentato dall’organo vivo, dal soggetto qualificato (persona, istituzione), che serve da canale di trasmissione; il secondo è costituito invece dall’oggetto o deposito trasmesso (dottrine, prassi, abitudini), sacro o profano che sia”.

Insomma, può prendersi la cura di reperire tutto quello che alla Tradizione appartiene, ma per farlo occore seguire passo passo i pronunciamenti del Magistero infallibile, il quale risulta ogni volta inseparabile da Essa. Come dire, non c’è Tradizione senza la voce viva che di secolo in secolo, per volontà di Dio, stabilisse e stabilisca quale realmente fosse. Oppure, che ogni volta che si parla di Tradizione occorre includervi l’atto di Magistero vivo che ne ha garantita la presenza.

Vero è che i testi delle voci dell’Enciclopedia Cattolica, redatti regnante S.S. Pio XII (cui l’Enciclopedia fu dedicata), figurano essere quasi le ultime, se non le ultimissime, testimonianze autorevoli della cultura cattolica, prima del rovinoso naufragio successivo… In essa sono richiamate, nelle parti riguardanti la dogmatica, e non solo, tutte le cose buone e vere – quelle cioè non discutibili perché da sempre e da tutti pacificamente ammesse – che della cultura cattolica facevano e non possono che fare parte. Risulterebbe quindi quantomeno eccessivo giudicare le parole dette dall’allora eletto al Soglio di Pietro G.B. Montini in occasione del Concistorio del 1976 (*), una mera ideazione estemporanea. In via di principio quello che disse, richiamando gli errori della FSSPX e del suo fondatore Mons. Lefebvre, appare difficlmente contestabile, proprio perché risaputissimo ed incontestabile, sebbene facesse difetto la qualificazione sacra del profferente:

“È questo gruppo, e non il Papa, non il Collegio Episcopale, non il Concilio Ecumenico, a stabilire quali, fra le innumerevoli tradizioni debbono essere considerate come norma di fede! Come vedete, venerati Fratelli nostri, tale atteggiamento si erge a giudice di quella volontà divina, che ha posto Pietro e i Suoi Successori legittimi a Capo della Chiesa per confermare i fratelli nella fede, e per pascere il gregge universale (Cfr. Luc. 22, 32; Io. 21, 15 ss.), che lo ha stabilito garante e custode del deposito della Fede”.

Parole difficilmente contestabili, in via di principio, per ogni cattolico degno di questo nome. (Che poi sia stato proprio Montini a proferirle, non varia la pertinenza del riferimento, ma semmai aggrava gli indizi a suo carico suo malgrado).

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